Il trattamento di Fotobiomodulazione migliora i sintomi: lo conferma uno studio scientifico.
Il campione dello studio è stato sottoposto a tre valutazioni: pre-covid, post-covid e post-trattamento. A fine trattamento è stato rilevato l’aumento dell’attività di scambio vascolare e il miglioramento di tutti i sintomi
Il trattamento di Fotobiomodulazione allevia i sintomi dell’infezione da SARS-CoV-2 e la sindrome da Long Covid. A dimostrarlo è lo studio scientifico di un team di ricercatori italiani appena pubblicato.
«Sebbene inizialmente fosse considerata una malattia strettamente respiratoria, SARS-CoV-2 può diffondersi ad altri organi dando luogo a sintomi eterogenei che, come sappiamo, possono persistere anche dopo mesi. Nel cervello, l’iperinfiammazione e la tempesta di citochine influenzano negativamente l’ossigenazione cerebrale» commentano i ricercatori. «Da qui la necessità di trovare strumenti specifici per alleviare i sintomi post-infezione da SARS-CoV-2». Obiettivo raggiunto dal gruppo composto da esperti nell’ambito delle Neuroscienze e provenienti da diverse realtà, tra cui il Poliambulatorio Giano di Cesena, l’Ospedale Rizzoli di Bologna, l’Istituto San Celestino di Milano e con la collaborazione di Cerebro®, la premiata Startup di dispositivi per riabilitazione cerebrale.
Lo studio dal titolo “Hemodynamic Changes in Patients Who Underwent SARS-CoV-2 Infection: From A Quantitative to A Treatment Point of View Using Photobiomodulation” ha preso in esame 22 soggetti di età compresa tra i 43 e 76 anni che erano stati reclutati, tra il 2015 e il 2019, per valutare la loro funzione cerebrovascolare con la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS). Di questi, come spiegano gli autori della pubblicazione, in 16 hanno aderito alla rivalutazione con NIRS 6-12 mesi dopo l’infezione da SARS-CoV-2, nel periodo tra il 2021 e il 2022.
I 16 soggetti sono stati sottoposti a protocolli riabilitativi per la Neuroinfiammazione con il dispositivo di Fotobiomodulazione Cerebro® per un totale di 10 sedute, 2 volte a settimana. Alla fine del ciclo di trattamento sono stati rivalutati con NIRS e i dati ottenuti dalle valutazioni NIRS pre-COVID, post-COVID e post-trattamento sono stati confrontati in termini di variazione degli stati emodinamici: «Il confronto dei dati ha mostrato un marcato miglioramento post-trattamento nei pazienti con compromissione della funzione cerebrale-vascolare post-COVID» ha commentato la dottoressa Federica Peci, tra gli autori dello studio. «Tre soggetti su 16 hanno riportato un ripristino totale del funzionamento emodinamico iniziale dopo il trattamento di neuromodulazione, i restanti 13 hanno presentato un aumento dell’attività di scambio vascolare post Covid superiore alla valutazione pre-COVID. In generale, anche dopo la suddivisione in sintomatologia, età e gruppo di genere, i valori medi hanno mostrato risultati positivi. Precisiamo anche che nessuno dei soggetti ha avuto un peggioramento dopo il ciclo di trattamento».
Ancora una volta, quindi, il trattamento di fotobiomodulazione transcranica conferma la sua efficacia nel migliorare i sintomi neuroinfiammatori. Il trattamento, indolore e non invasivo, sfrutta la luce nel vicino infra-rosso, già da anni è indicato in caso di patologie neurologiche di origine neuroinfiammatoria, oltre che negli aspetti di Prevenzione e invecchiamento sano.
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